Sulla prestazione della squadra? Per risolvere tutti i problemi ci vuole un mago. Giochiamo tanto, ci alleniamo poco: si va per priorità e si cerca di mettere a posto la fase difensiva, curiamo un po’ meno la fase difensiva perché è questione di tempo. Siamo arrivati vicino alla porta, abbiamo concretizzato male ma sono contento della prestazione della squadra.
C’è un allenatore degli attaccanti nel vostro team che monitori le percentuali realizzative medie? Non c’è bisogno, perché si vede a occhio nudo che dobbiamo essere più incisivi sotto porta. Se ci fosse abbiamo così poco tempo che risolvere tutto e sistemare tutto è difficile. Se poi mettete i giorni di recupero, credo abbiamo fatto 6-7 allenamenti tattici in 20 giorni. Sono pochi. Per me il tempo non è un alibi ma è oggettivo: ci vuole tempo per sistemare tutto.
Sull’episodio finale con Juan Jesus?
Juan Jesus era fuori dallo spogliatoio, l’ho solo incrociato ma non mi ha detto nulla.
Sul rapporto con il gruppo? I ragazzi in questi mesi hanno sentito così tanti discorsi che io ho detto pochissime parole. Si devono liberare di tutte le problematiche, ci sono io che mi prenderò caro di queste cose e niente… ci siamo messi subito a lavorare perché ho parlato pochissimo. Non è producente parlare, io sono il terzo allenatore e immagino quanti discorsi siano stati fatti in passato.
Sul suo futuro? C’è talmente tanto da fare che io non ho tempo nemmeno di parlare con la famiglia. Sento una volta al giorno mia figlia di 6 anni, non penso al futuro e non mi interessa. Poi oltretutto ho il contratto con la Federazione slovacca fino al 2026, ho rispetto per loro.