Nel day after della sconfitta contro il Bologna, tornano puntuali le nostre Dieci Opinioni sul match di Fuorigrotta.
11 minuti e 51. Inizio shock per il Napoli che nei primi 12 minuti subisce due reti dalla compagine di Motta: apre Ndoye su assist di Odgaard (prima rete del campionato per l’esterno rossoblù) e poi raddoppio di Posch lasciato inspiegabilmente solo dalla difesa azzurra.
Il Lobo furioso. Lo slovacco è l’erede di Hamsik: nei momenti di sofferenza, si carica la squadra sulle spalle ma ieri era visibilmente nervoso, urla ai suoi compagni di reparto, invitandoli al movimento verso l’area del Bologna e a mantenere le posizioni quando il Bologna attacca. Dai suoi piedi, nasce l’unica occasione degna di nota dei primi 45 minuti. Ad oggi, è l’unico degno di indossare la maglia con lo scudetto.
Lo strano primato. Nonostante la stagione tragica, il Napoli è primo in una classifica alquanto strana: secondo una nota azienda britannica di scommesse, gli azzurri, nelle ultime dieci partite, hanno subito almeno un goal da un giocatore che non segnava da più di 925 minuti consecutivi. Ma a Napoli, si sa, siamo persone di cuore.
La timida reazione. Comincia la ripresa e il Napoli sembra avere una timida reazione e in più di un’occasione, gli azzurri si rendono pericolosi dalle parti dell’estremo difensore ospite ma sia l’imprecisione che la sfortuna non permettono ai ragazzi di Calzona di riaprire la partita.
Calzona. Sotto di due reti, uno si aspetterebbe una trasformazione radicale in campo e Ciccio ci prova: prima entra in campo Ngonge e poi passa ad un più offensivo 4-2-3-1 con l’ingresso di Raspadori in luogo di Cajuste. All’80esimo getta nella mischia anche Traorè, Simeone e Mazzocchi per un Napoli a trazione anteriore ma il Bologna serra i ranghi e si porta a casa i tre punti, rischiando addirittura di segnare il 3 a 0.
La rivoluzione. Questa squadra potrebbe allenarla chiunque … e invece il Napoli è attualmente la peggior squadra scudettata per rendimento dal 1991. Ad un paio di partite alla fine del campionato, è tempo di fare una riflessione che potrebbe essere sintetizzata con questa frase: tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile, quello che è conta è solo la maglia.
La classifica. Con la sconfitta di ieri, il Napoli (aspettando la Fiorentina) è al nono posto in classifica, fuori da qualsiasi competizione europea. Potrebbe essere il momento della riflessione e del cambiamento, partendo (magari) dalla dirigenza, grande colpevole di questa stagione tragica.
Il tifo. IMMENSI. Un plauso va alle due curve che nonostante tutto, hanno risposto presente alla penultima a Fuorigrotta: si canta e si fischia, spalla a spalla come sempre. Una menzione d’onore va anche ai tifosi ospiti che hanno avuto il week-end perfetto: vittoria a Fuorigrotta, temperature quasi estive a Napoli e una storica qualificazione in Champions.
Testa alla prossima. Venerdì c’è la Fiorentina in quella che potrebbe essere la partita più importante della stagione. Ma puntare sulla panchina? O meglio, Ciccio perché non fai giocare quelli che almeno in campo si dannano l’anima?
La verità. Ormai mancano poco più di 180 minuti alla fine del campionato e forse, è arrivato il momento della verità, di sapere cosa è successo ai giocatori perché se il tutto è legato ad una mera questione economica, tutta la rosa (tranne qualche eccezione) e staff sono liberi di andarsene anche domani mattina.