Un incubo senza fine. Il Napoli in caduta libera regala la vittoria ad un Empoli che conquista tre punti fondamentali per la salvezza grazie alla rete di Cerri. Commentiamo quella che ormai è diventata la grottesca tragicommedia del Napoli campione d’Italia.
- I campioni dell’Italia siamo noi. Il tipico coro dei vincitori dello scudetto si è sentito davvero poco all’ombra del Vesuvio. Non si è nemmeno tentato di difendere il tricolore conquistato in maniera sontuosa nella scorsa stagione. Comunque è stato cantato da piccole frange della tifoseria, per ricordare che chi affolla lo stadio e non lascia mai solo il Napoli, al di là dei risultati, merita di vedere il tricolore sul petto, al netto delle figuracce a cui si sta assistendo. Coraggiosi.
- Incredibile Empoli. Gli uomini di Nicola battono il Napoli sia all’andata che al ritorno. Al Maradona, Kovalenko castiga una squadra senza identità con un bellissimo destro in posizione defilata. Erano i titoli di coda dell’era Garcia. L’inizio di un film dell’orrore.
- 1099 giorni. Tanto è durato il digiuno di Alberto Cerri. Gli sono bastati 4 minuti per dare la vittoria all’Empoli. L’ultimo gol dell’attaccante dei toscani risale ad un Cagliari-Parma di tre anni fa. La rete del 4-3 regalò la vittoria ai sardi al 94’. Contro il Napoli, però, una partita dolceamara: dopo circa 20 minuti Cerri si è accasciato a terra per un problema al flessore e ha lasciato il posto a Niang.
- La partita del Napoli. Le statistiche spiegano meglio: entrambe le squadre hanno tirato una volta in porta. Un solo tiro è andato in rete, non quello degli azzurri ovviamente. Quella dei padroni di casa non è stata una partita brillante: sono stati 7 i tiri totali, 9 quelli del Napoli che ha fatto registrare l’85% di possesso palla. Sterile, ovvio.
- Opachi. Non brillano Osimhen e Kvaratskhelia nel tardo pomeriggio toscano. L’aria è fredda e probabilmente congela anche la mente degli azzurri che giocano con il possesso palla dalla loro parte, ma senza idee. Politano non ha fortuna con il solito movimento a rientrare in area e tiro come con Monza e Frosinone.
- Salvate il soldato Simeone. Lo scorso anno non contava se partiva titolare o a gara in corso: il Cholito con entusiasmo e fame demoliva le difese avversarie e faceva guadagnare al Napoli punti preziosi anche nei momenti più complicati. Dopo Elmas, era lui l’alternativa più amata da Spalletti. Quest’anno non è così, ma bisogna anche dire che pare che si voglia prendere in giro l’argentino: come si può credere che un calciatore possa cambiare le sorti di una gara entrando all’88’?
- Dieci sconfitte in campionato. I numeri negativi giustificano l’ottavo posto. Con i tre punti lasciati all’Empoli, i ragazzi di Calzona hanno toccato quota dieci sconfitte. Tra le squadre che hanno fatto sprofondare il Napoli c’è il Torino, senza dimenticare gli inspiegabili pareggi contro Monza, Frosinone, Cagliari e Genoa tra le altre.
- Occasioni sprecate. Caso, fortuna, Dio, karma… Chiamatelo come volete: per centrare almeno la Champions e salvare una stagione imbarazzante, il Napoli sta avendo tantissime opportunità e le sta sprecando tutte. Il ranking per nazioni ha regalato all’Italia la possibilità di portare 5 squadre all’Europa che conta (sei, se una tra Atalanta e Roma trionfa in Europa League). Gli azzurri preferiscono buttare punti preziosi contro squadre, con tutto il rispetto, molto inferiori.
- La Roma. Al Maradona arrivano i giallorossi in occasione della 33esima giornata di Serie A. Grandissima la stagione dei capitolini: dopo l’esonero di Mourinho, Daniele De Rossi ha conquistato subito lo spogliatoio che, al suo servizio, si sta avviando verso una conclusione di stagione sensazionale. I bookmakers non hanno dubbi su come terminerà la gara di domenica.
- Il futuro. A meno di inaspettati cambi di rotta, il finale di stagione del Napoli è destinato al fallimento. Rumours affermano che la società programma già la prossima stagione: ds, allenatore e centravanti gli obiettivi principali. Manna lascerà presto la Juve, Jonathan David dovrebbe essere l’erede di Osimhen. Il toto allenatore è inutile: tra i tanti nomi per il dopo Spalletti, arrivò il mai citato Rudi Garcia. Non ci stupiremmo se ADL replicasse anche quest’anno, stupendo tutti con un nome mai uscito dalla bocca degli esperti del mercato. Difficile accontentare la piazza con Conte: idee differenti quelle dell’ex Juve e di De Laurentiis… a partire dall’ingaggio!