Cala il sipario sulla stagione 2023/2024. Un anno molto difficile per il Napoli che ha collezionato solo record negativi. I partenopei salutano lo scudetto nel peggiore dei modi. Anche col Lecce arriva un pari inutile e poco edificante.
- L’ennesima prestazione deludente. Inutile girarci intorno: andare in Conference non interessava a nessuno. Ciò che importava era chiudere in modo dignitoso. Quella col Lecce è una partita anonima senza reti.
- Clean sheet. Verona, Milan, Genoa, Barcellona, Cagliari, Sassuolo, Juventus, Torino, ancora Barcellona, Inter, Atalanta, Monza, Frosinone, Empoli, Roma Udinese, Bologna e Firenze. No, non si tratta del tabellone di una stazione ferroviaria, bensì delle squadre che da febbraio ad oggi hanno segnato almeno un gol al Napoli. Insomma, quello con il Lecce è stato il primo clean sheet dopo quattro mesi. Incommentabile.
- Il Lecce. Aria di vacanze in casa giallorossa. I ragazzi di Gotti arrivano a Napoli già salvi, ma con molto entusiasmo. In conferenza stampa, Baschirotto avverte i padroni di casa di essere a caccia della vittoria. Durante la gara, però, niente di pericoloso da parte dei salentini, forse solo il palo di Dorgu dopo circa dieci minuti.
- La sfortuna non manca mai. Gli azzurri, a onor del vero, sono anche molto sfortunati. Dopo un primo tempo noioso, nel secondo il Napoli cresce sempre di più. Kvara sulla sinistra fa paura, Ngonge da subentrato ci prova più e più volte. E’ proprio del belga il palo che sta ancora facendo tremare la porta difesa da Falcone. L’estremo difensore poi si fa trovare pronto su una bomba di Cajuste. Olivera fallisce un gol a pochi centimetri dalla porta.
- Kvaradona. Il georgiano meriterebbe direttamente un articolo a parte. Il numero 77 fa paura, ogni suo dribbling, guizzo, uno contro uno o semplice assist sembra possa finire in rete. In una stagione complicata non è mancato comunque il suo talento. Le statistiche sono tutte a suo favore: 83% di passaggi riusciti, 50% di tiri nello specchio, 53% di contrasti riusciti, 44% i duelli vinti. Insomma, uno degli imperativi per la prossima stagione è tentare a tutti i costi di tenere Kvara.
- Dov’è Simeone? E’ triste ricordare che lo scorso anno bastava un minuto al Cholito per poter mettere la sua firma sul match. Sia con la Fiorentina che col Lecce Simeone è partito titolare, ma è come se il Napoli avesse iniziato a giocare in dieci uomini per poi ritornare in undici con l’ingresso di Raspadori. Non una partita eccellente quella dell’ex Sassuolo, ma sicuramente più incisiva. Il numero 81 ci prova a pochi minuti dal termine con un destro da fuori area. Falcone deve distendersi per deviare.
- Addio Europa. Con il pareggio contro il Lecce il Napoli perde l’ultima chance per la Conference League. Termina così il record di qualificazioni consecutive alle coppe europee che resisteva da ben 14 anni. L’ultima volta che i partenopei finirono il campionato senza un piazzamento in Europa era il 2010: in panchina sedeva Donadoni che nella stagione successiva venne esonerato. Al suo posto arrivò Mazzarri a campionato in corso e riuscì a terminare l’anno al sesto posto con la qualificazione in Europa League.
- La protesta dei tifosi. Striscioni più eloquenti non potevano essere scritti. “Di questa stagione fallimentare l’unica a salvarsi è la maglia…Vada altrove chi per lei non ha dato battaglia!”, si legge su uno striscione accompagnato da tutti i risultati negativi ottenuti in questo campionato.
- Senza saluti. Al fischio finale, gli azzurri hanno stretto la mano ai propri avversari e sono andati via. Nessun saluto ai tifosi e soprattutto nessun tributo ai partenti Piotr Zieliski e Victor Osimhen. Il polacco è stato molti anni in maglia azzurra, ha sfiorato lo scudetto nel 2018, ha vinto la Coppa Italia e poi ha finalmente coronato il sogno del tricolore. Osimhen ha vinto lo scudetto da capocannoniere e, nonostante l’anno difficile, è comunque arrivato in doppia cifra con ben 15 gol. Quanto è stucchevole etichettarlo come “antipatico”, “viziato” e chi più ne ha più ne metta: i suoi gol parlano per lui. Gli errori non sono stati fatti solo da chi va in campo a giocare.
- Eterno grazie. Giusto, giustissimo criticare la stagione fallimentare degli azzurri. Ciò che è sbagliato è lo striscione che ha esposto la curva B con scritto: “C’era un titolo da onorare ma avere ‘giocato’ senza lottare… Dal trionfo al tonfo, vi siamo grati ma a stento sarete ricordati“. Il tifo organizzato parlasse per sé, noi condividiamo lo striscione esposto da altri tifosi che recita: “Un anno balordo passa, lo scudetto è per sempre. Eterno grazie”.