Se ho mai pensato di dimettermi? Perchè avrei dovuto farlo? Per i risultati? Si sbaglia se si dice che la squadra non seguisse le direttive, ha provato a fare ciò che gli dicevo e si è allenata sempre bene. A Castel Volturno ci siamo sempre confrontati, perchè dovevo dimettermi se potevamo andare in Europa League? Non sono venuto a Napoli per soldi, se vedo una squadra che non mi segue o che crea problemi, ho sentito di cotte e di crude ma non è mai successo nulla.
Cosa vuole dire ai tifosi? Hanno fatto una protesta pacifica, nella mia gestione fin quando c’è stata speranza di arrivare nelle coppe ci hanno sostenuto con lo stadio pieno. Non possiamo dirgli nulla, in altri stadi si vedono contestazioni forti e al limite, quella dei tifosi del Napoli è stata doverosa e civile.
L’esperienza di club è stata utile in vista dell’Europeo? Quando fai questo mestiere capita una stagione non positiva, mi dispiace che sia capitato al Napoli, avrei voluto fosse successo altrove. Da domani penserò alla Slovacchia, oggi è giusto e doveroso rispondere alle domande sul Napoli.
Sul cambio di Di Lorenzo? Ero contento di Mazzocchi a Firenze, Olivera stava facendo bene e volevo spinta a destra. Di Lorenzo è un grande professionista, ma prevale sempre la squadra e pensavo di migliorarla. Solo per questo, la partita era in bilico e si poteva vincere, pensavo Mazzocchi potesse dare una mano in più. Giovanni aveva speso tanto.
Sul ritiro? La partita l’abbiamo preparata benissimo, non c’era motivo di andare in ritiro: l’albergo nostro è a Pozzuoli, ci sono varie scosse e non volevamo creare problemi in caso ci fosse stata stanotte. A Napoli era difficile trovare posto, dovevamo andare fuori provincia. I ragazzi sono professionali, abbiamo ritenuto opportuno vederci stamattina. Non vedo una grande differenza di prestazione tra Firenze ed oggi, non è che vai in ritiro e poi vinci.
Avrebbe potuto fare un cambio modulo? Ci ho pensato, non mi fossilizzo su un modulo ma cerco di mettere in condizione i giocatori. Però penso che la squadra non abbia determinate caratteristiche: Simeone-Osimhen non sono compatibili, cercano la profondità. Con Raspadori giochiamo in due dietro e perdiamo tanto, poi abbiamo esterni come Kvaratskhelia e Politano che sono prettamente offensivi e non centrocampisti esterni che hanno fase difensiva per il 4-2-3-1. Avremmo quattro giocatori offensivi poi, Anguissa potrebbe essere adatto a due ma Lobotka va in difficoltà. Oltretutto le soluzioni alternative sono Lindstrom e Ngonge che è molto offensivo, è uno che fa molta fatica a fare la fase difensiva: diventa un problema, sono le caratteristiche che ho trovato e ho provato ad adattarmi. Se avessi avuto la possibilità, avrei voluto giocare a tre. Poi serviva equilibrio, la squadra aveva cambiato spesso: 4-3-3, 4-2-3-1, 3-4-3, 3-4-2-1. Fino a due domeniche fa avevamo fatto più gol di tutti e creato di più, ma il problema è difendere: in fase di non possesso sei abbastanza difensivo, hai un centrocampo a cinque. Non ci è riuscito, il problema non era quello: col 4-3-3 abbiamo creato tantissimo, ma guardando i dati abbiamo subito poco e preso tantissimi gol. In certe partite tre occasioni e due gol, tre occasioni e un gol: siamo oltre il 60% di gol presi in base alle occasioni avversarie, in Serie A è il 27% di gol presi in base alle occasioni subite. Questa squadra, ed è anche colpa mia, non è riuscita a creare una attenzione tale da non poter subire tutti questi gol, allucinante. La squadra non ha avuto sensazione del pericolo, tornare sotto palla si è fatto fatica: anche oggi è passato un pallone a centrocampo, Lobotka ha dovuto lavorare con tutti. Non sono riuscito a trasmettergli la sensazione del pericolo, e mi dispiace.