Dieci opinioni

Enrico Russo

Puntuale come ogni lunedì, il nostro articolo Dieci opinioni sulla prestazione incolore degli azzurri contro il Frosinone. 

  1. L’ ombra di Conte. È ricominciato il toto allenatori per la prossima stagione: da Conte a Possanzini passando per nomi poco altisonanti. Il leccese sembrerebbe in pole position per ripartire dopo questa sciagurata stagione: cambio totale o solita messa in scena partenopea? Anche perché senza la certezza di giocare un’Europa, difficilmente si vedranno grandi nomi in estate. Unica conferma: Manna, ex braccio destro di Giuntoli, dovrebbe rescindere dalla Juve per firmare con il Napoli. 
  2. Sirene francesi. Chi non hai mai sognato almeno una volta di andare a Parigi e (far) guadagnare 130 milioni di euro? Per informazioni chiedere a Victor e ad ADL. Il mercato, però, non sembra influenzare il nigeriano che anche ieri pomeriggio, oltre a scrivere il suo nome nel tabellino marcatori siglando la rete del momentaneo vantaggio azzurro, è il più pericoloso del reparto offensivo azzurro (nonostante la poca lucidità dalle parti di Turati).
  3. Il Frosinone. La prima partita da Campioni d’Italia, la partita di Coppa Italia ed ora, 90 minuti per la conquista di un piazzamento in Europa. Anche oggi è stata un’altalena di emozioni: il Napoli segna e il Frosinone pareggia (doppietta, tra l’altro, del marocchino Cheddira). Di Francesco si conferma bestia nera dei partenopei sfruttando al meglio le difficoltà in fase difensiva dei partenopei. A conti fatti, il Frosinone è l’unica squadra della Serie A ad aver segnato 7 goal in trasferta a Napoli. Tu chiamale se vuoi….Emozioni.
  4. Il Napoli chiama…e Napoli risponde. Nonostante l’orario e il termometro, il colpo d’occhio al San Paolo è da applausi: sold out (o quasi) per sostenere la squadre in questi 90 minuti diventati un bivio per la stagione. Ma come in occasione della partita contro l’Atalanta, gli azzurri perdono il (secondo) treno ed ora, si fa dura.
  5. I pensieri del giovane Calzona II. Fuori Juan Jesus, il tecnico ridisegna il suo 11 restando però fedele al 4-3-3: Ostigaard e Zielinski dal primo minuto; Mario Rui al posto dell’infortunato Olivera. Confermato il tridente della rimonta di Monza. Sul 2 a 2, il tecnico azzurro prova a vivacizzare i suoi con gli ingressi di Raspadori, Cajuste e Simeone ma è la difesa a traballare pericolosamente. Manca la serenità e i reparti sembrano essere slegati tra loro. Ancora sottotono il capitano… ma Mazzocchi?
  6. Il ritorno. Inquadrato a pochi minuti dal fischio di inizio, Spalletti visibilmente commosso, saluta la sua gente e ammira la sua creatura, ferita e senza un’anima. Applausi anche per Carmando, presente in tribuna…e scommettiamo che qualche lacrimuccia è scesa ai tifosi del Napoli.
  7. La maglia azzurra. Sole, caldo, colpo d’occhio a Fuorigrotta e maglia azzurra. Nella prima domenica quasi estiva, gli azzurri si vestono del loro colore naturale ma nonostante ciò, il Napoli arranca e si fa recuperare per due volte consecutive. Indegni di indossarla.
  8. Politano. È il migliore dei suoi e dopo un quarto d’ora, l’esterno la sblocca con una perla da fuori area, di sinistro, su assist del capitano. Non bella come la rete di Monza, ma Matteo è ormai l’oro di Napoli. 8 reti per l’esterno ex Inter e Sassuolo che visto il rendimento, potrebbe aspirare alle doppia cifra.
  9. La classifica. Con questo pareggio, il Napoli è attualmente all’ottavo posto, sotto la Lazio e fuori da tutte le competizioni europee. Continua il trend della peggior gestione post scudetto e la cosa più triste che i 9/11 sono gli stessi dell’ anno scorso. Un giorno ci racconterete cosa è successo.
  10. Il pranzo della domenica. C’ata ntussecat…tre volte alle 12.30 e il tabellino recita 2 sconfitte e un pareggio. Qualche fischio e qualche faccia imbronciata per una squadra che non riesce ad incanalare più di due vittorie consecutive tra le mura amiche e che proprio l’impianto di Fuorigrotta sembra essere diventato un tabù da sfatare.

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