Campionato ormai concluso e in attesa del nuovo ciclo, ecco a voi le nostre dieci opinioni sulla stagione del Napoli.
LO SCUDETTO SUL PETTO. Doveva essere motivo di orgoglio, uno scudetto riportato a Napoli dopo 33 anni e invece… gli azzurri sono stati i protagonisti di una delle peggiori stagioni dell’era De Laurentiis: 40 punti di distacco dalla prima in classifica, nessuna qualificazione ad una delle tre competizioni europee e in ultimo (ma non per importanza) un rollino di marcia in casa di poco migliore al Frosinone retrocesso. Nell’era dei 3 punti, il Napoli è stata la prima squadra a scucirsi lo scudo dal petto 3 mesi prima della fine del campionato.
IL CALCIOMERCATO. Via Spalletti e Giuntoli, il Napoli si affida al duo Meluso – Garcia e tralasciando gli addii di Kim, Lozano e di Elmas, la rosa era praticamente la stessa del trionfo in Italia. Ma la campagna acquisti non è stata all’altezza delle aspettative: Natan non è il coreano e ha bisogno di crescere; Cajuste è stato per tanto tempo un oggetto misterioso in cerca di una collocazione in campo e Traoré era reduce da un infortunio. Uniche note positive, gli acquisti di Ngonge e Mazzocchi. Dimenticato qualcuno? Ah sì…il buon vecchio Dendoncker, belga proveniente dalla Premier ma che non ha mai espresso le sue qualità (e a Napoli ci chiediamo ancora quali siano!)
IL CAPITANO. Menzione d’ (dis)onore per il capitano. Già doveva essere una questione di orgoglio aver vinto uno scudetto a Napoli da capitano ma sarebbe stato bello ancor più bello difenderlo … e invece il caro Giovanni ha deciso di remare contro diventando uno dei peggiori raggiungendo l’apice quando all’ultima al San Paolo ha pensato bene di ritirare la squadra nonostante l’invito delle due curve. Tutto finito? Giammai… l’ex Empoli è anche al centro delle parole del suo procuratore il quale ha annunciato una sua partenza. Quello che accadrà tra il Napoli e Di Lorenzo non ci è dato sapere ma in futuro vorremo sapere cosa è successo e soprattutto perché Garcia voleva declassato dal ruolo di capitano.
L’ADDIO. Chi lascerà Napoli? E soprattutto, saranno degnamente sostituti? La cessione di Osimhen porterebbe nelle casse azzurre una bella cifra che al netto di cartellino e ingaggio, potrebbe trasformare il Napoli in una delle regine del mercato estivo (nuovo allenatore permettendo). Identico destino per Kvara che avrebbe già le valigie pronte, direzione Parigi. Quindi sommando il tutto, Manna avrebbe a disposizione un tesoretto di quasi 200 milioni… Addii è una parola gentile per parlare di rifondazione?
I TRE MOSCHETTIERI. Alla corte di Napoli, un giorno arrivarono i 3 moschettieri Garcia – Mazzarri – Calzona. Tanti difetti per l’allenatore francese ma a Napoli è mancata la pazienza dell’attesa eppure con l’ex Roma, gli azzurri erano nei posti disponibili per la Champions. L’ operazione Mazzarri, invece, si è concretizzata sull’onda del romanticismo ma un po’ la rosa e un po’ il suo modo di giocare (vecchio per l’opinione pubblica) ha trasformato il Napoli in una provinciale; eppure sotto la guida del tecnico di San Vincenzo, abbiamo rischiato di vincere la Supercoppa. Su Calzona potremmo dire tanto ma ci limiteremo ad asserire che l’attuale allenatore della Slovacchia si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato avendo (forse) la presunzione di gestire una squadra di club come una nazionale. Sotto la sua guida è cominciato il declino in classifica.
IL MARADONA. L’impianto di Fuorigrotta è diventato un problema quest’anno e dal fortino inespugnabile dell’anno scorso si è passati a terra di conquista: Frosinone (Coppa Italia), Torino ed Empoli giusto per fare qualche esempio. Poche giustificazioni e qualcuna anche campata in aria … ma forse è meglio accettare la storiella delle difficoltà di giocare sotto pressione in uno stadio quasi sempre pieno.
LA DIFESA (no esterni) E IL CENTROCAMPO. Poteva essere l’anno della consacrazione per Ostigaard ma il norvegese ha accumulato più panchine che apparizioni sul terreno di gioco diventando la seconda scelta dietro Juan Jesus. Il brasiliano, vista l’età e l’esperienza doveva guidare la difesa azzurra ma sulla coscienza dell’ex Inter ci sono molte delle reti subite. Unica sufficienza (larga visto alcune partite) è quella di Rrahmani. Specifichiamo no esterni poiché dei 4 presenti in rosa, 3 hanno onorato la maglia, giocando al di sopra delle aspettative e di quell’uno, ne abbiamo già parlato. A centrocampo, le cose non sono andate meglio: Lobotka é stato un moderno Don Chisciotte tra due mulini (nel vero senso della parola) a vento Anguissa e Zielinski. Se per il polacco, a volte, ci sono stati momenti di redenzione (vedasi la rete a Monza e il principio dell’azione che ha portato alla rete di Kvara contro la Juve), per il camerunense non ci sono scusanti poiché è stata la sua peggior stagione con partite da 4 fisso in pagella.
TUTTI COLPEVOLI. Dal mese di Aprile è iniziata la caccia al colpevole ma con il decimo posto, possiamo dire che tutti sono i colpevoli (chi più chi meno) di questo scempio targato 1926. Dal presidente e le sue esternazioni alla squadra ormai in rottura con l’ambiente e tifosi e neanche i vani tentativi della stampa di mettere una pezza, hanno migliorato la situazione.
CHI NON VUOLE, SI FACCIA DA PARTE. Come naturale prosecuzione del punto precedente, il dado è tratto e al di là di chi possa essere il nuovo allenatore, una cosa è certa: tutti importanti, nessuno indispensabile e chi non vuole (o chi non se la sente) può farsi da parte. La mera questione economica (premi Scudetto mai pagati) non regge più anche perché dopo una stagione impietosa come questa, difficilmente i cartellini ritorneranno alle cifre dei tempi di Spalletti. Un esempio? Il nostro amico Frank Anguissa: dai 40milioni siamo passati ai 21,5 e visto il rendimento, sarà ardua impresa trovare (in Europa) disposta a pagare uno stipendio oneroso al centrocampista camerunense.
IL TIFO. L’unica nota positiva di questa stagione. Non ci sono più aggettivi per descrivere la tifoseria che ha risposto sempre presente sia in casa che in trasferta (al netto di quelle vietate dal CAMS). Consideriamo questa stagione come quel momento di difficoltà tra due innamorati per capire quali sono stati problemi e cercarli di risolverli. Come per prima, gli occasionali possono farsi anche da parte tanto quando vinci sei di tutti, quando perdi sei solo mia.