Nel pomeriggio di ieri si è verificato un cedimento dell’asfalto in via Pietro Castellino, nella zona collinare di Napoli. Questo ha comportato la necessità di una chiusura al transito veicolare del tratto della strada che conduce alla zona ospedaliera. Le auto che procedono dal Vomero in direzione di via Piscicelli sono obbligate a svoltare a destra verso il ponte di via D’Antona. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la Polizia locale e i tecnici del Comune e di Abc Napoli per appurare le cause del cedimento che, dalle prime verifiche, non sembra avere correlazione con la rete idrica e fognaria. La voragine di via Morghen, al Vomero, apertasi il 21 febbraio scorso, è solo uno degli ultimi atti di una situazione che va avanti ormai da mesi. Oltre una decina i dissesti segnalati in varie zone del quartiere. Poco prima era capitato a via Solimena, anche qui palazzo evacuato. E, poi, ancora, giovedì scorso, un nuovo cedimento che ha interessato una struttura fognaria, super stressata, dopo il crollo di via Morghen che ha inghiottito due auto.
Come ha dichiarato Domenico Calcaterra, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra della Federico II, a Napoli sono state registrate almeno 160 voragini nel corso di dieci anni soprattutto nelle zone collinari, ma anche nei quartieri più centrali come il Rione Sanità. I fattori che portano al cedimento del manto stradale sono diversi e non hanno a che fare solo con i fenomeni meteorologici e con il passaggio di mezzi pesanti, ma anche e soprattutto con la mancanza di solide fondamenta al di sotto della strada. Secondo una relazione redatta dal Centro Speleologico Meridionale, la città di Napoli è tra le più a rischio per la formazione di voragini su strada. Il sottosuolo della città – si legge – è costituito da strati sovrapposti di terreno vegetale, lapilli e pozzolane, roccia tufacea e cavità. Se nelle altre città del mondo l’acqua viene assorbita da questi materiali, nel capoluogo campano non succede perché sotto il manto stradale sono presenti numerose cavità e migliaia di pozzi in cui l’acqua si incanala, fino a risalire in superficie e danneggiando quindi, in maniera importante, la strada. Due i motivi principali del cedimento del manto stradale, i danni registrati nella rete dei sottoservizi e tante cavità naturali presenti nel sottosuolo, che possono sommarsi. Quando infatti si verifica la rottura di una condotta idrica, se il guasto avviene dove non ci sono dei vuoti, non succede quasi nulla. Se invece sotto il manto stradale in cui si verifica c’è del terreno facilmente asportabile, che si può sciogliere, o se ci sono già delle cavità, allora si formeranno voragini di dimensioni maggiori.