Giacomo, un bambino di due anni vive recluso da dieci mesi nella sezione nido del carcere di Rebibbia a Roma con la madre 30enne, che sta scontando una pena per reati minori. Il padre del piccolo è detenuto nello stesso carcere e, tra le poche parole che Giacomo è in grado di pronunciare, ci sono “apri” e “chiudi”, che sente spesso dire con riferimento alle celle.
I senatori dem Cecilia D’Elia e Walter Verini si sono recati nell’istituto di pena per incontrare il bambino e la madre. “Siamo andati nella sezione nido del carcere di Rebibbia femminile per incontrare di persona ‘Giacomo’, innocente assoluto di due anni e sua madre. Un’esperienza drammatica, com’è sempre la visita al nido di un carcere. Al momento in quello di Rebibbia ci sono tre bambini, che abbiamo incontrato e di cui dalle madri abbiamo ascoltato le storie, molto diverse fra di loro. Ma simile è la sofferenza. È inaccettabile che ci siano bambine e bambini nelle nostre carceri. Sulla situazione particolare di Rebibbia verificheremo con i garanti territoriali quali possono essere le soluzioni da perseguire. Da domani come senatori saremo impegnati nella discussione del decreto carceri, che inizia il suo iter a Palazzo Madama. Un decreto vuoto, che non affronta l’emergenza carceri e il sovraffollamento. I nostri emendamenti intervengono per umanizzare davvero le carceri, per riempire quel vuoto e anche per liberare finalmente i bambini dal carcere. Continueremo la nostra battaglia per abolire questa situazione crudele, aumentare le case famiglia e gli istituti a custodia attenuata. Ci auguriamo che le forze di maggioranza accolgano queste nostre proposte, che sono proposte di civiltà”.