Oggi, lunedì 16 settembre, si svolge una grande manifestazione nazionale per denunciare la crescente violenza contro il personale sanitario in Italia. Questo importante evento si colloca in un contesto di particolare tensione, aggravato da un episodio scioccante di violenza avvenuto due giorni fa a Pescara, dove un gruppo di circa quaranta persone ha devastato il reparto di Oncologia dell‘ospedale Santo Spirito, minacciando e aggredendo medici e infermieri.
L’incidente si è verificato sabato 14 settembre, quando i familiari di un paziente sessantenne deceduto a causa di un tumore hanno reagito in modo violento alla notizia della sua morte. I parenti, tutti residenti a Pescara, hanno invaso il reparto di Oncologia, seminando caos e distruzione: porte divelte, suppellettili gettate a terra e tavoli ribaltati. Il loro comportamento ha sconvolto il personale sanitario e i pazienti presenti, che si sono ritrovati in un ambiente di terrore e devastazione.
La guardia giurata in servizio, rendendosi conto della gravità della situazione, ha chiamato subito il numero di emergenza. Le forze dell’ordine, intervenute rapidamente con pattuglie della polizia e dei carabinieri, sono riuscite a riportare l’ordine dopo lunghe e difficili operazioni. La salma del defunto è stata poi scortata all’obitorio, ponendo fine all’assalto.
Il direttore generale della Asl di Pescara, Vero Michitelli, ha espresso la sua più ferma condanna per l’accaduto, definendo l’episodio “odioso” e “vile”. Michitelli ha sottolineato come il reparto di Oncologia, un luogo di estrema vulnerabilità per pazienti e familiari, non dovrebbe mai essere teatro di simili atti di violenza. “I nostri operatori, che lavorano ogni giorno con grande professionalità e umanità, non meritano di vedere il loro impegno disprezzato in modo così brutale,” ha dichiarato con indignazione.
L’episodio ha suscitato una vasta indignazione anche da parte della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), che ha richiesto al Governo una risposta immediata e severa per contrastare l’ondata di violenze nei confronti del personale medico e ospedaliero. Questo evento, infatti, rappresenta solo uno dei tanti attacchi subiti negli ultimi anni dai sanitari italiani, fenomeno che ha sollevato richieste di maggiori tutele e misure di sicurezza per chi lavora in prima linea nella cura dei pazienti.