Sono al vetriolo le parole scagliate contro Israele da Luiz Inácio Lula da Silva, Presidente del Brasile, nel corso di una cerimonia tenutasi a Brasilia: «I bombardamenti israeliani che hanno provocato più di 11.000 morti a Gaza sono altrettanto gravi degli attacchi terroristici sferrati contro il territorio israeliano il 7 ottobre, con 1.200 morti, dal gruppo Hamas. Stanno uccidendo civili innocenti senza alcun criterio ha affermato. Israele sta sganciando bombe dove ci sono bambini, ospedali, con il pretesto che là ci siano dei terroristi: questo è ingiustificabile, prima bisogna mettere in salvo donne e bambini, poi combatti chi vuoi». Pronta la reazione della Conib (Confederazione israeliana del Brasile) che ha definito le parole di Lula come «sbagliate e pericolose e stimolano tra i suoi numerosi seguaci una visione distorta e radicalizzata del conflitto. Dall’inizio di questa tragica guerra, provocata dal più terribile massacro contro gli ebrei dopo l’Olocausto, Israele ha compiuto sforzi visibili e comprovati per risparmiare i civili palestinesi, chiedendo loro di spostarsi in aree più sicure, creando corridoi umanitari, avvertendo la popolazione di imminenti di attacchi».
Nel frattempo, il Dipartimento di Stato americano ha risposto, con una lettera affidata al segretario Antony Blinken, alle crescenti preoccupazioni dei diplomatici americani dislocati in Medio Oriente: «Stiamo ascoltando quanti sono in disaccordo con l’approccio che stiamo seguendo. Alcuni diplomatici hanno espresso riserve sul sostegno a Israele nel pieno di una campagna contro Hamas che sta avendo un pesantissimo bilancio di morti civili a Gaza. Vogliamo rassicurarli».