In un’operazione condotta dai carabinieri questa mattina, che ha portato all’arresto di 27 persone, è emerso un intricato scenario di attività criminali legate al clan Di Lauro di Secondigliano. Uno degli arrestati è Vincenzo Di Lauro, soprannominato “F2,” figlio del capoclan Paolo Di Lauro. Questo arresto ha gettato ulteriore luce sull’operazione che coinvolge anche il cantante neomelodico Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova del defunto boss Gaetano Marino. Vincenzo Di Lauro, già coinvolto in arresti precedenti, è stato nuovamente tratto in arresto nell’ambito di questa indagine. Tuttavia, nel gennaio 2015 era stato precedentemente rilasciato a causa della fine della sua pena. Gli inquirenti hanno ricostruito le attività del clan Di Lauro nel periodo compreso tra il 2017 e il 2021. Durante questo periodo, il clan ha intrapreso una trasformazione significativa, abbandonando le sanguinose faide per il controllo del territorio e delle piazze di spaccio, per divenire una vera e propria attività imprenditoriale. Il clan ha espanso le sue attività in diversi settori, incluso il mercato immobiliare, attraverso ingenti investimenti nelle aste giudiziarie immobiliari. Tuttavia, gli inquirenti affermano che il clan ha utilizzato metodi tipici della camorra, come minacce ad altri partecipanti, per assicurarsi che gli immobili venissero “aggiudicati” a emissari del clan. Queste proprietà, successivamente rivendute, avrebbero finanziato ulteriormente il clan. Il clan Di Lauro, attraverso società fittizie intestate a terzi, avrebbe gestito una serie di attività commerciali, tra cui una palestra, una sala scommesse e alcuni supermercati. Inoltre, si sono dedicati al contrabbando di sigarette, importando tabacco grezzo dall’Europa Orientale, in particolare dalla Bulgaria e dall’Ucraina, per poi rivenderlo in Italia. Inoltre, sia Tony Colombo che Tina Rispoli sono stati coinvolti nel finanziamento di una “fabbrica di contrabbando” per la produzione di sigarette e nella creazione di un marchio d’abbigliamento chiamato “Corleone” e di una bevanda energetica denominata “9 mm.” Entrambi questi brand sembrano evocare il mondo della criminalità organizzata. Questa operazione anticamorra ha svelato una complessa rete di attività criminali che coinvolge il clan Di Lauro, dimostrando il loro impegno nell’espansione imprenditoriale criminale.