I corpi di Susanna Recchia e della figlia di tre anni, scomparse da alcuni giorni, sono stati ritrovati in un isolotto del fiume Piave. Lo conferma l’assessore veneto alla Protezione civile, Giampaolo Bottacin. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine. L’ipotesi al vaglio degli inquirenti sarebbe quella di omicidio suicidio. Avrebbe preso in braccio la bimba e con lei si sarebbe immersa nel fiume, facendosi trascinare dalle acque in piena fino ad annegare. È l’ipotesi di reato sulla quale la procura della Repubblica di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio suicidio. La donna e la piccola erano scomparse, senza lasciare traccia dalla loro abitazione di Miane. I due corpi erano riaffiorati su un isolotto naturale del fiume nei pressi dell’isola dei Morti in località Moriago della Battaglia. Tranne colpi di scena che potrebbero venir fuori dall’autopsia disposta dal pm Barbara Sabbatini, chi indaga sembra non avere dubbi sulla dinamica della tragedia. Un’ulteriore conferma che rafforzerebbe questa ipotesi, arriva dai contenuti di una lunga lettera rinvenuta e sequestrata nell’abitazione dove Recchia viveva.
“La peggiore delle ipotesi si è purtroppo avverata, riempiendoci di tristezza: i corpi di Susanna Recchia e della sua bambina di tre anni sono stati rinvenuti su un isolotto nel fiume Piave, a circa due chilometri dal ponte di Vidor”, dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in un post su Facebook. “Le ricerche della donna, 45 anni, residente a Miane, e della sua figlioletta erano iniziate subito dopo l’allarme lanciato dal compagno. L’auto era stata ritrovata sabato 14 settembre, alle ore 19, nei pressi del ponte di Vidor. Nonostante il calare della notte, i soccorritori non avevano mai interrotto le operazioni di ricerca nell’area circostante”, scrive Zaia. “Morte mamma e bimba ci riempie di tristezza. Esprimo le mie condoglianze ai loro familiari e cari”.