Il sito tedesco Oko-test ha condotto test di laboratorio su una ventina di capi d’abbigliamento del colosso cinese di fast fashion Shein, scoprendo che la maggior parte di questi risulterebbe contaminata da sostanze tossiche come piombo, cadmio, ftalati vietati, antimonio, dimetilformammide e Ipa (idrocarburi policiclici aromatici). In particolare, in un test di laboratorio un abito per neonati ha rilasciato antimonio, una sostanza che può essere assorbita attraverso la pelle e altamente tossica se entra nel sangue. In un capo per adolescenti, invece, è stata rilevata la presenza di dimetilformammide, che nell’UE è classificata come potenzialmente dannosa per la fertilità. Due paia di sandali si sono rivelati particolarmente tossici, per il contenuto di piombo, neurotossico e tossico per la riproduzione, e per il cadmio, che, se assunto in dosi elevate per un lungo periodo di tempo, può causare danni ai reni e alle ossa. Questo stesso paio di sandali ha rilevato la presenza pure di ftalati vietati in una quantità 15 volte superiore a quella consentita. Si tratta di sostanze che possono danneggiare gli organi riproduttivi, oltre a causare danni al feto nel grembo materno e compromettere la fertilità. Ma non è finita qui, perché nell’altro paio di sandali sono state rinvenute sostanze che possono causare il cancro. Da parte sua Shein, che continua ad attrarre numerosi clienti per i prezzi stracciati della merce che vende, fa sapere in una nota: “Lavoriamo a stretto contatto con agenzie di analisi internazionali di terze parti, come Intertek, SGS, BV e TUV, per effettuare regolarmente test che garantiscano la conformità dei fornitori ai nostri standard di sicurezza dei prodotti. Nell’ultimo anno, abbiamo condotto più di 400.000 test di sicurezza chimica con queste agenzie”. E ancora: “I nostri fornitori sono tenuti a rispettare i controlli e gli standard che abbiamo messo in atto, nonché le leggi e i regolamenti sulla sicurezza dei prodotti nei Paesi in cui operiamo. Shein si impegna a lavorare a stretto contatto con le agenzie locali per la sicurezza dei prodotti, monitorando i cambiamenti e gli sviluppi delle leggi e delle normative sulla sicurezza e investendo nella continua ottimizzazione dei processi di conformità dei prodotti”. Il colosso cinese conclude: “Quando veniamo a conoscenza di un reclamo, per prudenza rimuoviamo immediatamente il prodotto o i prodotti dal nostro sito web, mentre svolgiamo le adeguate indagini. Se viene poi verificata la non conformità, non esiteremo a intraprendere le opportune azioni di controllo con il fornitore del prodotto”.
In Italia non si arresta l’allerta sulla presenza di Lilial, fragranza classificata come reprotossica e vietata come ingrediente nei cosmetici dal marzo 2022 (nome INCI: Buthylfenil Methylpropional o BMHCA), perché ritenuta tossica per la riproduzione. Si tratta di vecchie produzioni di cosmetici, ma ancora in circolazione come testimoniano i sequestri della Guardia di Finanza italiana, rappresentando il più grande ritiro di cosmetici tossici con oltre 200 prodotti e lotti ritirati dal mercato. Sia i produttori – Cosmetica Italia – che i distributori – Federdistribuzione, Confcommercio e Federfarma – dovrebbero prendere una posizione netta, evitando di ignorare il problema. Tra gli ultimi ritiri comunicati dall’Italia vi sono il deodorante spray Lycia Original, un maxi ritiro di 70 dell’8 agosto, una lista di 56 articoli sequestrati il 12 agosto e di profumi segnalati il 16 agosto. Il motivo dei ritiri è sempre lo stesso: presenza del “BMHCA (Lilial) potrebbe danneggiare il sistema riproduttivo, può nuocere alla salute del feto e può causare sensibilizzazione cutanea”.