Dieci Opinioni dopo… Napoli-Bologna 3-0

Finalmente dopo cinque mesi arriva la vittoria al Maradona che vale i primi 3 punti della stagione e dell’era Conte

Maria Anna Gagliardi

Di Lorenzo, Kvaratskhelia, Simeone. Un semplice elenco per molti, una poesia per i tifosi del Napoli dopo mesi di grandi delusioni. Sono i nomi dei marcatori di Napoli-Bologna, gara valida per la seconda giornata di Serie A che ha portato i primi 3 punti della stagione. Nel tabellino dei marcatori c’è molto, molto di più. E’ la partita della svolta? Forse è troppo presto per dirlo, ma sicuramente possiamo approfondire il tutto nella nostra solita rubrica.

DIECI OPINIONI

  1. Tre gol e un clean sheet. In uno stadio purtroppo non pienissimo (solo le curve hanno probabilmente assicurato il sold out nei loro settori), i ragazzi di Antonio Conte strappano i tre punti al Bologna e lo fanno nel miglior modo possibile: via le delusioni, la rabbia e le paure dell’ultimo anno. Soprattutto, arrivano 3 gol proprio quando sembrava che il Napoli non sapesse più segnare. La difesa, nonostante il pressing asfissiante dei felsinei, resiste e riesce a tenere inviolata la porta di Meret. Il Napoli non vinceva in casa dal 2-1 contro la Juve dello scorso marzo: dopo ben cinque mesi!
  2. La partita del Bologna. Nei primi 20 minuti i ragazzi di Italiano non riescono a rendersi pericolosi. Il Napoli sembra aver trovato l’identità di squadra, gioca e costruisce, ma non riesce a concretizzare. Raspadori divora il gol del vantaggio due volte con dei veri e propri passaggi a Skorupski, anche Politano non riesce ad inquadrare la porta. Poi, i rossoblù si organizzano e riescono a rendersi pericolosi. Il pressing è asfissiante davvero, ma un’ottima difesa sa come venirne fuori, a volte anche in contropiede. Il solito Napoli avrebbe subito il gol.
  3. Un po’ di statistiche. Non è solo il largo risultato a dare prestigio alla vittoria azzurra. Il Bologna non è stato solo pressing. Il possesso palla dei felsinei era 62% contro il 38% degli azzurri. Gli azzurri hanno tirato 16 volte di cui 5 in porta, ma anche il Bologna ha saputo rendersi pericoloso: i tiri sono stati 8 di cui 2 in porta. Segno di una difesa compatta. Infine i calci d’angolo: 7 il Napoli, 5 il Bologna. Una differenza solo di due.
  4. Il muro Buongiorno. “Lo abbiamo voluto fortemente. È giovane, spero possa stare tantissimi anni nel Napoli e magari diventarne il capitano”. Parole e musica di Conte che adesso si gode uno degli acquisti che ha fortemente desiderato in questa sessione di mercato. Col Verona non c’era (e si è visto!). Il suo esordio in questa Serie A col Napoli è incredibile: dà la solidità che mancava da tempo in difesa, recupera importanti palloni, partecipa alla manovra offensiva. Conte è insaziabile: gli chiede più coraggio in fase di possesso. Intanto, il Napoli già non può fare più a meno di Buongiorno. Fondamentale.
  5. Vita da capitano. Sì, lo ha ammesso e non lo ha mai nascosto: quest’estate Giovanni Di Lorenzo ha avuto più di un dubbio sulla sua permanenza. Sono umani anche questi ragazzi, spesso vittime di loro stessi e di chi dovrebbe consigliarli nel modo giusto. Il numero 22 non ha mai, però, dubitato del suo ruolo, ha semplicemente riflettuto con serietà. Mai una parola fuori posto. La maggior parte dei tifosi lo ha perdonato sin da subito (ma c’era davvero qualcosa da perdonare?). Anche la minoranza che “Deve dimostrarlo sul campo” lo ha perdonato dopo la prestazione col Bologna: a disposizione dell’allenatore, in un ruolo tutto nuovo che interpreta coscienziosamente, condisce il tutto con il gol della liberazione. Sua e del Napoli.
  6. Kvaratskhelia. Elogi ormai stantii per il numero 77: anche nell’ultima fallimentare stagione riusciva a trascinarsi il Napoli sulle spalle. In una prestazione da squadra, Kvara è galvanizzato: assist al bacio per il capitano, gol e dribbling ubriacanti. In settimana è anche diventato papà del piccolo Damiane: la gioia è incontenibile, dal cuore passa ai piedi e diventa poesia. Date delle bustine di ibuprofene ai calciatori del Bologna.
  7. Benvenuto Neres. Bastano sei minuti per far mettere in mostra il nuovo acquisto. All’88’ prende il posto di Politano e al 94’ serve l’assist per il gol di Simeone. No, non è un assist come tanti. Neres sceglie i tempi giusti in una manciata di secondi: prima stoppa il pallone, poi avanza verso la fascia, salta Beukema con una finta, alza la testa, vede Simeone in mezzo e lo serve. L’argentino deve solo calciare di prima e segnare nella porta di un Bologna ormai inerme.
  8. Le note dolenti. All’inizio la gara sembra già scritta: il Napoli non vincerà mai. I primi 20 minuti sono tutti azzurri, si crea, ma non si affonda: sembra che Raspadori e Politano non sappiano tirare. Forse il numero 81 non ha ancora trovato chi lo valorizza davvero in azzurro, la prima punta non è il suo ruolo. Politano riesce comunque a dare una mano.
  9. Le note giuste. Già contro il Modena l’ingresso delle due squadre è stato accompagnato da “Primo agosto pioveva”, brano scritto dal compianto Cristian Vollaro, l’ultimo dei posteggiatori napoletani, riproposta anche col Bologna. Pare che verrà ascoltata prima di tutte le gare casalinghe. A fine partita torna anche l’intramontabile sciarpata con “Surdato nnammurato”. Giusto esultare, occhio però, a farsi trascinare dall’entusiasmo: c’è ancora tanto da lavorare, non è ancora il Napoli di Conte.
  10. Le parole giuste. Il tecnico azzurro non è arrivato a Napoli per pettinare le bambole. Conte ha in mente un progetto importante per riportare i partenopei agli splendori di poco tempo fa. Tuttavia, non vuole nascondere nulla alla piazza a cui già deve tanto per l’amore incondizionato ricevuto: dice sempre la verità, nel bene e nel male, elogia quando c’è da elogiare, critica quando c’è da criticare. Ti sbatte la verità in faccia come uno schiaffo. È un dolore che serve a crescere. Per ora il suo Napoli è cazzuto, poi si vedrà. Amma faticà.
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