La compagnia di Elon Musk che si occupa di interfacce cervello-computer Musk ha impiantato il chip Neuralink nel cervello di un secondo paziente tetraplegico. L’operazione eseguita negli Usa al Barrow Neurological Institute è andata bene, tanto che il paziente è stato dimesso il giorno dopo e la convalescenza è stata regolare. Il sistema, chiamato ‘Link’, sta arruolando persone con tetraplegia per valutare la sicurezza dell’impianto e del robot chirurgico e la funzionalità iniziale dell’interfaccia cervello-computer (Bci) wireless, sul controllo di dispositivi esterni col pensiero. Il paziente Alex ha cominciato a controllare il cursore del computer con la mente. Alex è il secondo paziente ad avere nel suo cervello un ‘chip’ di Neuralink, e descrive così la sua esperienza appena cominciata. “Sono già molto impressionato da come funziona”, racconta. Obiettivo principale della sperimentazione è “dimostrare che Link è sicuro e utile nella vita quotidiana“, spiegano gli esperti Neuralink ripercorrendo i miglioramenti ottenuti con il secondo paziente Alex. “Dal primo momento in cui ha collegato il suo Link al computer, gli ci sono voluti meno di 5 minuti per iniziare a controllare un cursore con la mente. Nel giro di poche ore, è stato in grado di superare la velocità e la precisione massime che aveva raggiunto con qualsiasi altra tecnologia assistiva“. Dopo la conclusione della prima sessione di ricerca, Alex ha continuato a testare le capacità del Link in modo indipendente, utilizzandolo per esempio con i videogame e con un software di progettazione assistita dal computer (Cad) per progettare oggetti 3D. Un’esperienza, quest’ultima, molto apprezzata dal paziente: “Prendere un’idea, trasformarla in un progetto e avere effettivamente un oggetto fisico come prodotto finito mi fa sentire come se stessi costruendo di nuovo delle cose“, è la riflessione di Alex. “Un altro passo significativo verso la fornitura di un’interfaccia ad alte prestazioni che migliorerà il controllo dei dispositivi digitali per le persone con tetraplegia per aiutarle a ripristinare la loro autonomia“, commentano da Neuralink.
Link è un impianto che vanta 1.024 elettrodi distribuiti su 64 fili altamente flessibili e ultrasottili per registrare l’attività neurale. “Per migliorare ulteriormente l’esperienza dei partecipanti nell’uso dei loro dispositivi digitali, continuiamo ad ampliare i controlli a loro disposizione. Stiamo lavorando alla decodifica di più clic e più intenti di movimento simultanei per offrire funzionalità complete di mouse e controller per videogiochi. Stiamo anche sviluppando algoritmi per riconoscere l’intento di scrittura a mano per consentire un inserimento di testo più rapido. Queste capacità non solo aiuterebbero a ripristinare l’autonomia digitale per chi non è in grado di usare i propri arti, ma ripristinerebbero anche la capacità di comunicare per chi non è in grado di parlare, come le persone con patologie neurologiche come la sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Inoltre – concludono gli esperti Neuralink – puntiamo a consentire al Link di interagire con il mondo fisico, consentendo agli utenti di nutrirsi e muoversi in modo più autonomo controllando un braccio robotico o la loro sedia a rotelle“.