Vaiolo delle scimmie: vaccino solo per alto rischio infezione

Pierluigi Perretta
Vaccino contro il vaiolo delle scimmie in Italia

Il vaccino contro il vaiolo delle scimmie disponibile in Italia è Imvanex, un vaccino di terza generazione prodotto dall’azienda danese Bavarian Nordic (MVA-BN), che si somministra per via sottocutanea. Nella situazione epidemiologia attuale – da inizio 2024 sono stati registrati 65 casi di vaiolo delle scimmie (mpox) in Italia, tutti attribuiti al virus appartenente clade II dell’epidemia 2022-2023, senza che ad oggi sia stato accertato alcun caso di mpox nella nuova e più pericolosa variante del clade I –, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), per ora non indica variazioni nella strategia vaccinale adottata in passato, ma comunica che la vaccinazione è offerta alle persone di età superiore ai 18 anni considerate ad alto rischio di infezione. Eventuali nuove indicazioni, verranno fornite “sulla base dell’evoluzione epidemiologica” ha aggiunto il Ministero della Salute, fecendo seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria internazionale (PHEIC) da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e alle raccomandazioni dell’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie che, dopo il primo caso importato in Svezia, ha chiesto di rafforzare le misure di sorveglianza e fornire consigli ai viaggiatori diretti o di ritorno dai Paesi africani con focolai confermati di infezione. Il vaccino contro il vaiolo delle scimmie si somministra per via sottocutanea in due dosi a distanza di quattro settimane nelle persone in precedenza non vaccinate contro il vaiolo, o in una singola dose come richiamo nelle persone già vaccinate. Attualmente, secondo il piano di approvvigionamento e distribuzione del Ministero della Salute, l’Italia dispone di una scorta di circa 5.000 fiale, ripartite tra le diverse regioni.

La vaccinazione induce una forte risposta immunitaria e un’efficacia protettiva stimata dell’82%. A distanza di 14 giorni, la somministrazione è associata a una riduzione del 78-86% del rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie. A oggi, non ci sono prove dirette dell’efficacia del vaccino contro il clade I del vaiolo delle scimmie, ma essendo quest’ultimo un virus geneticamente molto simile a quello del clade II (appartengono entrambi al genere Orthopoxvirus della famiglia Poxviridae), si prevede che il vaccino abbia efficacia simile. Riguardo invece gli effetti collaterali, gli eventi avversi più comuni riguardano reazioni nella sede di iniezione e altri sintomi generali, come mal di testa, dolori muscolari, nausea e stanchezza. Il vaiolo delle scimmie (mpox) è una malattia zoonotica che può diffondersi tra gli animali e gli esseri umani: si trasmette attraverso il contatto diretto con animali infetti e, da persona a persona, tramite qualsiasi contatto pelle a pelle con un soggetto infetto, quindi anche attraverso contatti non sessuali, oppure per via respiratoria e attraverso il contatto con superfici, oggetti, tessuti contaminati. La malattia si manifesta con sintomi simili a quelli del vaiolo umano (febbre, mal di testa, linfonodi ingrossati ed eruzioni cutanee), contro il quale le persone nate prima del 1975 sono state vaccinate: queste stesse persone potrebbero essere quasi totalmente immunizzate al vaiolo delle scimmie, in quanto la vaccinazione contro il vaiolo umano conferisce circa l’85% di protezione contro il vaiolo delle scimmie (mpox).

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