Ieri è tornato alla Casa del Padre, a 94 anni, monsignor Prezioso De Giulio. Nato a Saviano il 14 giugno 1930 e ordinato presbitero il 28 giugno 1953, aveva da poco festeggiato i 70 anni di sacerdozio. Don Prezioso, come era chiamato amabilmente, è stato, nei suoi settantuno anni di vita sacerdotale, segretario particolare del vescovo monsignor Adolfo Binni, che accompagnò a Roma nei giorni del Concilio Vaticano II di cui fu testimone, cancelliere del Tribunale ecclesiastico di Nola e Difensore del Vincolo, insegnante di Religione cattolica e Canonico Cattedrale di Nola. Papa Giovanni Paolo II lo nominò Monsignore con il titolo di Cameriere Segreto di Sua Santità.
Il sindaco di Saviano Vincenzo Simonelli lo descrive come “umile servitore della Chiesa, con il Suo proverbiale sorriso, con la Sua vicinanza a tutti, specie ai giovani per i quali è stato guida sicura e ferma”. Amante del suo paese di nascita, lo piange un’intera comunità, rimasta orfana della sua affabilità, cultura e modi gentili. Lo ricordano con affetto il vescovo Francesco, il vescovo emerito Beniamino, il presbiterio diocesano e tutta Diocesi di Nola. Oggi, 21 agosto, alle 17.30, sarà celebrata la Santa Messa esequiale presso la parrocchia Immacolata Concezione di Saviano dove, dalle 15:00 di ieri pomeriggio è possibile rendere omaggio alla salma.
Don Prezioso fin da piccolo frequentò la parrocchia, spinto dal modello educativo dei genitori e affascinato dalle funzioni religiose. Espresso il desiderio di entrare in Seminario, con il beneplacito della famiglia, nel 1941, a 11 anni, entrò come seminarista nel plesso della curia di Nola. Negli anni tragici della II° Guerra Mondiale si trovò ad affrontare disciplina ferrea, studi duri e privazioni del seminario. A 23 anni fu scelto come segretario dal vescovo Monsignor Adolfo Binni, benché avesse chiesto di essere parroco, per stare vicino ai fedeli. I vari vescovi che si susseguirono lo mantennero negli uffici della Curia. Monsignor Umberto Tramma, vescovo di Nola dal 1990 al 1999, lo nominò Difensore del Vincolo, descrivendolo, durante una controversia parrocchiale tra fedeli, come il prete dal “sorriso facile”, per le innate doti empatiche e conciliatorie.