Morso da un ragno violino, un 23enne di Collepasso, Giuseppe Russo, è morto a seguito di complicazioni nel reparto di rianimazione del Policlinico di Bari. Il giovane era stato morso lo scorso 13 luglio alla gamba destra dal ragno violino mentre faceva pulizie, per conto della ditta per cui lavorava, in una campagna a Collepasso (Lecce). Inizialmente aveva pensato a una normale puntura di zanzara, ma poi il pomfo è diventato sempre più grande e sulla gamba si è formato un ascesso che ha mandato in necrosi l’arto. L’uomo ha cominciato ad accusare forti dolori e, dato il peggioramento delle sue condizioni, era stato portato in ospedale, ricoverato prima a Tricase e poi a Lecce. La situazione però si è aggravata, in particolare la scorsa notte, quando è stato deciso il trasferimento da Lecce al Policlinico di Bari dove, all’alba è deceduto per shock settico e insufficienza multiorgano. Sul suo corpo sarà eseguita l’autopsia.
A luglio si era registrato un altro caso analogo in Sicilia, dove un carabiniere del servizio scorte del tribunale di Palermo è deceduto il 13 luglio scorso all’ospedale Cervello per le complicazioni dovute a una puntura. Nel 2015 e nel 2017 due morti erano state attribuite a morsi del ragno violino, ma successivamente è stato stabilito che a causare i decessi erano state gravi patologie pregresse nei due soggetti. Il ragno violino, chiamato Loxosceles rufescens, è piuttosto piccolo, non supera i 9 mm di corpo e può raggiungere al massimo i 4-5 cm con le zampe; le femmine hanno il corpo leggermente più grande dei maschi, i quali hanno, per contro, le zampe un po’ più lunghe. È di aspetto poco appariscente, di colore marrone-giallastro piuttosto uniforme, fatta eccezione per una macchia sul prosoma che ricorda vagamente la sagoma di un violino, col “manico” che si estende verso l’addome, da cui deriva il suo nome comune. Le zampe sono lunghe, disposte lateralmente. Una peculiarità di questo ragno è inoltre quella di avere sei occhi, anziché otto come la maggioranza dei ragni, disposti in modo caratteristico in tre coppie. Si tratta di una specie notturna, che caccia liberamente senza l’ausilio di una ragnatela; tesse solo pochi fili disordinati negli stretti anfratti che usa come rifugi, dai quali comunque non si allontana mai eccessivamente. Ha abitudini notturne, durante il giorno sta generalmente rintanato nelle fessure dei muri, dietro a quadri, infissi, mobili, battiscopa o materiale accumulato in angoli poco frequentati della casa, quindi gli incontri con l’uomo sono rari. È un ragno molto timido e poco aggressivo, che predilige la fuga ove possibile; le morsicature sono più probabili nel caso in cui si rifugiasse all’interno di scarpe o vestiti e venisse inavvertitamente schiacciato. Il morso è indolore nell’immediato e i sintomi compaiono anche diverse ore dopo; in due terzi dei casi il ragno infligge un morso a secco o comunque inietta una bassa quantità di veleno, causando solo moderato indolenzimento e arrossamento locale, che passa da solo in poco tempo senza ulteriori complicazioni. Invece in circa un caso su tre il ragno inietta la sua citotossina che, specialmente in soggetti deboli o debilitati, può causare loxoscelismo, ossia la formazione prima di un edema e poi di un’ulcera necrotica più o meno estesa che può perdurare anche alcuni mesi prima di guarire. Gli infettivologi chiariscono che “Il problema sono le complicanze, non il contatto in sè”. In caso di morso accertato è sempre opportuno avere il parere di un Centro Antiveleni. Se possibile è meglio conservare e/o fotografare l’animale che vi ha morso, anche “schiacciato”, per avere una sicura identificazione e poter agire nella maniera più opportuna.