A causa del cambiamento climatico, negli ultimi anni circa 2,4 miliardi di persone hanno subito almeno due settimane in più all’anno di notti calde con temperature superiori ai 25 gradi Celsius, causando insonnia e problemi di salute. Una nuova analisi dell’organizzazione non profit Climate Central rivela il rischio di “un’epidemia di problemi di mancanza di sonno, salute mentale e malattie acute e croniche” dovuti alle temperature notturne elevate. Lo studio sottolinea che temperature notturne superiori a 25 °C, 20 °C, o anche 18 °C, possono avere effetti negativi su sonno e salute.
L’Italia è tra i tre Paesi europei più colpiti, con due settimane in più di notti sopra i 18 °C, due settimane in più sopra i 20 °C e tre notti aggiuntive sopra i 25 °C. Lo studio analizza anche alcune grandi città italiane: Napoli ha registrato sei notti in più sopra i 18 °C, venti notti in più sopra i 20 °C e ventitré notti in più sopra i 25 °C; Milano sessantuno notti in più sopra i 18 °C, quarantasette sopra i 20 °C e quattro notti in più sopra i 25 °C; Torino cinquantasette notti in più sopra i 18 °C; Roma ventiquattro notti in più sopra i 18 °C e trenta notti in più sopra i 20 °C.
“Le alte temperature notturne sono particolarmente pericolose perché impediscono al corpo di raffreddarsi, ostacolando il recupero delle energie perse durante il giorno”, evidenzia la ricerca. Aumenta così il rischio di ictus, altre condizioni cardiovascolari e mortalità. Il caldo notturno riduce significativamente la qualità e la durata del sonno, con effetti negativi sulla salute fisica e mentale, sulle funzioni cognitive, sulle capacità di apprendimento e sullo sviluppo cerebrale dei bambini. Un sonno breve e di scarsa qualità può ridurre l’aspettativa di vita e aumentare i rischi di incidenti e lesioni personali.
Il caldo notturno colpisce in modo sproporzionato i gruppi più vulnerabili: neonati, anziani e donne incinte. Inoltre, le popolazioni a reddito più basso sono più colpite a causa della qualità delle abitazioni e della disponibilità di climatizzazione. Nelle città, l’effetto isola di calore aggrava ulteriormente il problema, portando a temperature notevolmente superiori rispetto alle zone rurali circostanti.
L’analisi utilizza temperature misurate all’esterno degli edifici. “Una temperatura esterna di 20 o 25 °C può essere percepita come più alta all’interno delle abitazioni a causa di vari fattori – tipologia di costruzione, mancanza di ventilazione, calore intrappolato”, si sottolinea. Per i senzatetto, le persone sfollate o nei campi profughi, il caldo notturno amplifica condizioni di vita già precarie, con molti costretti a dormire in strutture o tende che trattengono il calore.
Questi risultati si inseriscono in un contesto di continue ondate di calore globali, che superano ogni record e diventano più intense a causa del cambiamento climatico derivante principalmente dall’uso di combustibili fossili. Giugno 2024 è stato il tredicesimo mese consecutivo con temperature record, con un aumento di 1,6 °C rispetto ai livelli preindustriali.
Michelle Young, Climate Impacts Research Associate di Climate Central, dichiara: “Dall’Indonesia all’Iraq all’Italia, la nostra analisi mostra che il cambiamento climatico sta portando a temperature notturne più alte. Ogni anno, circa 2,4 miliardi di persone soffrono di notti con temperature superiori a 25 °C per almeno due settimane in più rispetto all’ultimo decennio. Questi risultati rappresentano un avvertimento dell’impatto antropogenico di un mondo in riscaldamento, che sconvolge molte vite con il caldo notturno, la mancanza di sonno e gli effetti sulla salute fisica e mentale”.
“Poiché il 2024 potrebbe essere l’anno più caldo mai registrato, è cruciale smettere di utilizzare combustibili fossili come petrolio, carbone e gas, e proteggere le foreste per prevenire ulteriori aumenti delle temperature globali”, conclude Young.