Napoli, ospedale San Giovanni Bosco nelle mani del ‘clan Contini’: 11 arresti per camorra

Pierluigi Perretta
San Giovanni Bosco sotto la lente d'osservazione delle forze dell'ordine

Le mani della Alleanza di Secondigliano sulla gestione dell’ospedale San Giovanni Bosco. L’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli (via Filippo Maria Briganti) è uno dei presidi ospedalieri fondamentali della zona che va verso l’area Nord di Napoli. Durante la pandemia è stato convertito in Covid Hospital e il suo Pronto soccorso non ha più riaperto i battenti. Motivo ufficiale? Carenze di personale. Ad oggi potremmo definirlo come una struttura per il trasferimento secondario di pazienti provenienti da altri presidi della Asl nella fase post acuta. L’unico reparto ad accesso diretto è la Ginecologia. All’alba i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 11 soggetti gravemente indiziati – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso e di trasferimento fraudolento di valori, commessi con la finalità di agevolare l’organizzazione camorristica denominata ‘clan Contini‘, facente parte del sodalizio denominato ‘Alleanza di Secondigliano’, operante nei quartieri di San Giovanniello, di Borgo San Antonio Abate, di Ferrovia, Vasto-Arenaccia, Stadera-Poggioreale e Rione Amicizia. Il clan Contini, fondato da Eduardo detto ‘o romano, è uno dei sodalizi storici della camorra napoletana, componente di rango dell’Alleanza di Secondigliano insieme a Mallardo e Licciardi, nato alla fine degli anni Ottanta e capace di controllare una buona parte della città. I Contini “operano” nei quartieri San Giovanniello, Borgo San Antonio Abate, Ferrovia, Vasto-Arenaccia, Stadera-Poggioreale e Rione Amicizia. Già nel 2019 il clan era finito al centro di una maxi operazione che coinvolse l’intera Alleanza di Secondigliano, e cioè anche le famiglie Licciardi e Mallardo, durante la quale vennero notificate da Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Dia ben 126 misure cautelari (89 in carcere e 36 ai domiciliari e un divieto di dimora in Campania) insieme con un sequestro di beni in tutt’Italia da 130 milioni di euro.

L’indagine va avanti dal 2019 con denunce, controlli e intercettazioni. E una certezza: a Napoli l’ospedale San Giovanni Bosco, fondamentale presidio della zona di Capodichino, era controllato dalla camorra, nello specifico dal clan Contini. Che significa ospedale controllato dalla camorra? Che il clan condizionava la gestione funzionale della struttura ospedaliera. Tutto ciò che poteva portare soldi era nella sfera d’influenza dell’organizzazione criminale. Oggi, 12 giugno 2024, a cinque anni dalla prima inchiesta, si è aperto un nuovo capitolo di questa inchiesta su ospedali e camorra: i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, coordinati dalla Dda, stanno eseguendo 11 arresti (8 in carcere e 3 ai domiciliari) e diversi sequestri nei confronti di esponenti dell’organizzazione malavitosa, per gravi indizi di associazione di tipo mafioso e di trasferimento fraudolento di valori. Gli investigatori sono riusciti a delineare anche i rapporti con gli altri clan della galassia criminale partenopea. I Contini avevano fittiziamente intestato due società di noleggio auto a dei prestanome, le cosiddette “cape di legname” (teste di legno), persone appositamente reclutati e pagati per eludere a eventuali provvedimenti di sequestro.

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