A differenza di quanto si pronosticava, il Napoli esce imbattuto dalla sfida contro la Roma al Maradona. La mancata vittoria contro i giallorossi si aggiunge ai tantissimi rimpianti di questa stagione.
- L’approccio giusto. La Roma risveglia nel Napoli l’orgoglio. Gli azzurri sono padroni del campo, solo gli errori sotto porta e uno Svilar in grande spolvero permettono a De Rossi di andare negli spogliatoi con la porta inviolata. Con meno impeto inizia il secondo tempo, ma resta inspiegabile come sia stato possibile concedere un regalo del genere in una partita ben giocata.
- Dal calcio al rugby è un attimo. Tra i tanti errori sotto porta, quello più clamoroso è certamente quello di Anguissa. Nulla da togliere all’ottima prestazione, il camerunense dà una grossa mano alla manovra offensiva. Al minuto 35, però, poteva fare di meglio. Lo stacco di testa di Osimhen gli permette di lanciarsi in campo aperto ed entrare in area. Il momento del tiro è tragicomico: Anguissa pensa di dover fare “meta” e con un calcio spedisce il pallone in curva, completamente fuori dalla traiettoria della rete.
- I regali di Juan Jesus. Come un Babbo Natale in netto ritardo, il brasiliano decide di toccare Azmoun in area e concede il rigore. Sozza fischia subito, non c’è bisogno del var. Dal dischetto Meret intuisce, ma Dybala angola perfettamente. Un peccato, perché nelle ultime uscite l’ex Spal stava per prendersi il titolo di pararigori. Juan Jesus incommentabile, come sempre ormai.
- Bentornato Olivera. Dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori dal 7 aprile, l’ex Getafe è tornato nel migliore dei modi siglando il gol dell’1-1. Un pareggio che ci ricorda ancora una volta quanto sia strano il calcio: il pallone non è voluto entrare in nessun modo nella rete giallorossa, per poi farlo con una rocambolesca deviazione. “Va bene lo stesso”, esulterebbe Lundini.
- Il rigore per il Napoli. Emblematica l’immagine del presidente De Laurentiis in tribuna con una mano davanti agli occhi per non vedere: su quattro realizzazioni, due sono stati gli errori di Osimhen dal dischetto. La quinta, però, è andata bene: portiere da una parte, palla dall’altra e vantaggio azzurro.
- Un cambio inammissibile. I cambi su calcio d’angolo non vanno fatti. Senza se e senza ma. Creano solo confusione. Invece, sul 2-1 calcio d’angolo per gli avversari, Ostigard entra al posto di Traorè (già subentrato a Cajuste, tra l’altro) e la frittata è fatta. La sponda di Ndicka favorisce Abraham che mette in rete di testa. Il controllo al var è chiaro: Di Lorenzo mantiene l’attaccante inglese in gioco. E’ un gol fotocopia quello della Roma: così aveva segnato Cristante nel recupero di Udine. Non ne va bene una.
- SOS difesa. E’ un campionato sciagurato: anche quando il Napoli gioca bene e meriterebbe di vincere, questo non accade. L’errore comunque c’è ed è quello di una difesa per niente compatta. Ogni azione della squadra avversaria si conclude quasi sicuramente con il gol. Il Napoli ha fatto solo 50 punti in 34 partite (lo scorso campionato li fece in 19!) con 43 gol subiti. Arrivati a questo punto, non si può negare che il problema non risieda nel fatto di non aver sostituito adeguatamente Kim. Che sia presto un… Buongiorno!
- La classifica. Desolante la situazione degli azzurri: nono posto, attualmente fuori da tutto. Un incubo senza fine: la qualificazione più probabile adesso è quella in Conference League.
- I primi verdetti. Intanto, è matematica la retrocessione in Serie B della Salernitana e la qualificazione del Milan in Champions. Fatale la sconfitta a Frosinone per i granata, importante il pari della Roma a Napoli per i rossoneri. Pioli ha vinto gli scontri diretti contro i giallorossi e si ritrova a +13 sull’Atalanta. Può ancora sognare la Lazio, a -4 dal quinto posto. Tutto, però, dipende dai cugini e dalla Dea. Al Napoli, invece, serve… un miracolo.
- Il toto allenatore. Ormai, si tratta di una rubrica nella rubrica. Nell’ultima settimana sono aumentate le possibilità di vedere Conte al Napoli: i rumours parlano di un’offerta di circa 6,5 milioni più bonus. Tanti, tantissimi per il Napoli, ma non per l’allenatore salentino abituato agli 11 milioni percepiti nella Milano nerazzurra. Pare che Conte sia molto felice della destinazione Napoli. Bisogna crederci? Non lo sappiamo, ma impossible is nothing, dicono gli inglesi.