Ancora sbarchi a Lampedusa. Dopo i quattro di ieri ce ne sono stati altri due: uno da 46 persone e uno da 78, per un totale di 124 migranti. Trovata anche una salma. All’interno dell’hotspot ci sono in tutto 138 persone dopo i trasferimenti effettuati questa mattina. Facendo i conti risulta, però, che l’arrivo dei migranti sia in calo nel 2024: -65% rispetto al 2023. l ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, infatti, ha annunciato una significativa diminuzione del numero di migranti sbarcati in Italia nei primi mesi dell’anno. Secondo i dati ufficiali, dal 1° gennaio al 19 febbraio il flusso migratorio è calato di circa il 65% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e rispetto al 2022. Il dato indica una riduzione degli sbarchi irregolari lungo le coste italiane. E il ministro Piantedosi ha sottolineato l’oggettività di questa tendenza, confermando che si tratta di un progresso tangibile. Le ragioni della diminuzione potrebbero essere molteplici: miglioramenti nei controlli alle frontiere, collaborazione internazionale, e misure preventive messe in atto per contrastare il traffico di esseri umani. Tuttavia, è importante continuare a monitorare attentamente la situazione e adottare politiche sostenibili per gestire il fenomeno migratorio. Il governo italiano, ora, ha l’opportunità di capitalizzare su questo segnale positivo per rafforzare la sicurezza delle frontiere e garantire un’accoglienza dignitosa per coloro che cercano protezione nel nostro paese. La cooperazione tra le istituzioni nazionali e internazionali, perciò, sarà fondamentale per mantenere questa tendenza favorevole. Si può dire, quindi, che la riduzione dei migranti sbarcati rappresenti un passo avanti nella gestione responsabile e umana del fenomeno migratorio. È ora compito delle autorità italiane e della comunità internazionale lavorare insieme per mantenere questo trend positivo e affrontare le sfide future con determinazione e solidarietà.
Il Governo festeggia il calo delle partenze dalla Tunisia, che dallo scorso ottobre ha contenuto il numero degli sbarchi registrati sulle coste italiane. “Diminuiscono gli sbarchi e si rafforza il contrasto ai trafficanti di esseri umani”, ha annunciato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Dopo un 2023 con 157.000 arrivi via mare (mai tanti dal 2016), il Memorandum con la Tunisia di Kais Saied, voluto dalla Commissione europea di Ursula Von der Leyen, sembrerebbe funzionare bene per contrastare l’immigrazione irregolare che, dall’autunno 2022, vedeva la Tunisia al primo posto per numero di partenze, primato che fino ad allora apparteneva alla Libia. In audizione alla commissione Libertà civili, Giustizia e Affari interni (Libe) del Parlamento europeo a Bruxelles, la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, ha parlato di “chiari segnali dei risultati ottenuti dalle autorità tunisine che hanno intensificato la lotta ai contrabbandieri, soprattutto nei dintorni di Sfax”. Le cifre basse di novembre e dicembre, sono proseguite anche all’inizio di gennaio, ma potrebbero essere state influenzate dalle condizioni meteorologiche, ha precisato la commissaria.
I numeri del Viminale confermano la riduzione degli arrivi e, a differenza dei mesi precedenti, ottobre, novembre e dicembre 2023 hanno registrato meno sbarchi rispetto agli stessi mesi del 2022. Anche gennaio 2024, con 1.298 sbarchi al 22 del mese è in netto calo rispetto ai 3.035 arrivi del gennaio 2023. Sui “contrabbandieri” arrestati la verifica è pressoché impossibile, anche per la stessa Commissione visto che Saied non ammette intromissioni. Quanto pesi il maltempo, ricordato dalla stessa commissaria Johansson, lo capiremo una volta che le condizioni meteo e in particolare quelle di navigazione si saranno ristabilite. Un peso ce l’ha anche l’attività della guardia costiera tunisina che, secondo il Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes), un’organizzazione non governativa, nel 2023 avrebbe intercettato 79.000 persone su imbarcazioni dirette verso Lampedusa. Già nella primavera scorsa, la stessa organizzazione aveva denunciato operazioni di questo genere in acque internazionali, sospettando il coordinamento con le autorità italiane.
Il destino degli intercettati e riportati in Tunisia, così come quello di altri migranti presenti nel Paese, è stato oggetto dell’intervento di Amnesty International durante la stessa audizione in commissione Libe dove ha parlato la commissaria Johansson. Ma il parere è opposto. “Il memorandum Ue-Tunisia ha fallito“. Lo ha detto Hussein Baoumi, consigliere per la politica estera di Amnesty. “Le autorità tunisine espellono molti migranti, spesso anche minori, verso Libia o l’Algeria, in alcuni casi le persone vengono anche lasciate sole nel deserto a morire. Le espulsioni avvengono senza tenere conto delle necessità di protezione delle persone”, ha spiegato. Già la scorsa estate, centinaia di migranti sub-sahariani erano stati caricati su pullman che da Sfax, il principale porto di partenza per l’Europa, li avevano condotti e abbandonati nel deserto al confine con la Libia. “La Tunisia è molto indietro nell’assistenza ai migranti e la situazione non migliora nel tempo, ciò nonostante gli stati membri hanno deciso di firmare memorandum con la Tunisia senza consultazioni e trasparenze e senza tenere conto che sono de facto calpestati i diritti umani”, ha concluso Baoumi. Affermazioni respinte dalla Commissione che nega di finanziare progetti che violerebbero i diritti umani. “I fondi Ue per la Tunisia collegati alla migrazione non vanno “ad amici di amici”, ma a organizzazioni internazionali” come Oim, Unhcr e Croce rossa tunisina, ha assicurato la commissaria. “Controlliamo e valutiamo il modo in cui vengono utilizzati e sono pronta a testare ulteriori strumenti di monitoraggio perché i nostri fondi non siano utilizzati da chi viola diritti umani”. Dichiarazioni alle quali sono seguite quelle del gruppo di FdI all’Europarlamento. “La strategia messa in campo dal Presidente Meloni e invocata da Fratelli d’Italia a livello europeo, quella degli accordi con i paesi terzi per fermare le partenze, è efficace”, spiega l’eurodeputato Vincenzo Sofo. “Motivo per il quale le sinistre cercano ora di aggrapparsi alle richieste di rendicontazione delle risorse date alla Tunisia per boicottare il funzionamento del memorandum”.