Nella serata dell’esordio di Francesco Calzona da primo allenatore sulla panchina azzurra, il Napoli pareggia 1-1 al Maradona contro il Barcellona di Xavi. Ecco le nostre dieci opinioni.
1. L’esordio di Calzona.
È tornato Francesco Calzona sulla panchina azzurra, questa volta da primo allenatore nella partita più importante della stagione (con appena due giorni di preparazione). Ne è uscito un pareggio e una prestazione tutt’altro che da buttare. Il Napoli non si è fatto schiacciare come spesso è accaduto, ma ha provato a imporsi. Unica nota stonata i pochi tiri in porta a le poche occasiono create.
2. La prestazione.
Il Napoli ha effettuato il 49% di possesso palla contro una squadra che, di questo, ne fa il suo punto forte. Il dato preoccupante è il 16.7% di precisione nei tiri, contro il 50% dei catalani. C’è dunque da migliorare negli ultimi venti metri.
3. L’avversario.
Che anche il Barça non venga da un momento d’oro è abbastanza chiaro. L’avversario, di certo, resta di grande rispetto. È una squadra che produce tanto, ma subisce altrettanto: basti pensare che in campionato è in quattordicesima posizione per gol subiti. Se si migliorasse sul dato della precisione dei tiri in porta e su alcuni aspetti tattici, i quarti di finale sarebbero tutt’altro che un miraggio.
4. Il modulo.
Calzona è tornato sui principi Spallettiani. Ritorno al 4-3-3 e 4-5-1 in fase di non possesso, con i due esterni alti che si abbassano sulla linea dei centrocampisti. È stato un Napoli che non ha subito troppo il palleggio del Barça, anzi.
5. Kvara.
Poteva essere la sua serata. Tanti sprazzi, poi il cambio. “Io non guardo i nomi” ha dichiarato Calzona. Difatti è stato preferito tenere in campo Politano, decisamente più in serata, per poi adattare Lindstrom sulla sinistra.
6. Anguissa.
Buona partita del camerunense, specie in fase di interdizione, sebbene la condizione non sia delle migliori per la Coppa d’Africa appena disputata.
7. È tornato Osimhen?
La delusione in Coppa d’Africa, la non convocazione col Genoa… e il gol. Il modo migliore per spegnere le tante polemiche. Che possa pendere dai piedi e dai gol del nigeriano la tanto attesa svolta di questa stagione?
8. I cambi.
Dopo il gol del pareggio di Osimhen subentra Simeone. Dentro anche Raspadori con Lindstrom e Traorè dietro l’argentino. Questo per cercare il tutto per tutto per vincere contro un avversario molto pericoloso. Tanto coraggio del nuovo mister.
9. Cosa migliorare?
L’aspetto tattico su tutti. “In due giorni non si possono fare miracoli” ha dichiarato Calzona. Ed è vero, anche se non sarà la più semplice delle cose per i giocatori riadattarsi per la terza volta alle indicazioni di un nuovo allenatore.
10. Le aspettative.
Tre allenatori in una stagione sono tanti. Quattro mesi per entrare nella testa e nei piedi del calciatori sono pochi. Ancora di meno sono i giudizi che si possono trarre da una sola partita sul nuovo tecnico, specie con due giorni di preparazione. Adesso la palla passa ai calciatori, che dovranno salvare il salvabile e guadagnarsi, come minimo, un posto per l’Europa.